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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Salveremo il mondo prima dell’alba, di Carrozzeria Orfeo

 

 Approdato al Teatro Vascello di Roma, Salveremo il mondo prima dell’alba di Carrozzeria Orfeo ha fatto registrare il sold out per ben due settimane. Non c’è da meravigliarsi perché la compagnia mantovana, giunta al suo undicesimo spettacolo, è considerata tra le più innovative e audaci nel ristretto panorama della drammaturgia italiana contemporanea. Scritto da Gabriele Di Luca che si è avvalso della consulenza filosofica di Andrea Colamedici, il dramma abbandona per la prima volta  il mondo dei reietti, dei poveracci schiacciati da sistema capitalistico sempre più feroce, per dedicarsi ai miliardari ossessionati dalla volontà di vendere e dal terrore di non essere comprati. Si rifugiano tutti in una clinica di riabilitazione molto lussuosa, situata su un satellite nello spazio e specializzata nella cura dalle dipendenze di ogni genere, dalle droghe agli psicofarmaci, dal cellulare al compulsivo preoccuparsi dei propri interessi, dimenticando l’esistenza dell’Altro da sé. 

La pregevole scenografia di Lucio Diana (che cura anche il disegno luci ), crea, all’interno della stazione spaziale, un ambiente molto confortevole con poltrone basse e dai colori neutri, un tavolinetto sul quale è sempre servito del buon tè, un terrario per l’orto che i pazienti dovranno coltivare,  un telescopio puntato sulla Terra e, ai lati del palco in avanscena, una sauna e una saletta con cyclette. Sono tutti fragili e insicuri, ma se la passano sempre bene.



I ricconi sono Omar, un omosessuale che sniffa coca a tutto spiano e che dirige un’azienda che produce farine d’insetti, William, un potentissimo fabbricante di  fake news che fa circolare in serie nel mondo intero e Jasmine, una pop star che non può fare a meno degli psicofarmaci. Omar è accompagnato dal fidanzato Patrizio, dolce e accudente ma invidioso dei successi del compagno. William ha con sé il maggiordomo Nat, originario del Bangladesh, che difende inutilmente i diritti dei poveri e che nutre una forte passione per l’etologia.  Lo psicologo si fa chiamare couch  e fa del suo meglio per curare i suoi ospiti e per mettere una pezza ai casini che combinano. E’ molto buffo con i suoi abiti coloratissimi e  gli occhiali da sole che non si toglie mai. Per non parlare del pigiama da bambino ricevuto in regalo dalla zia che sa preparare crostate alla marmellata di mirtilli indimenticabili. Insomma, anche lui qualche problemino ce l’ha.

Il format dello spettacolo è sempre lo stesso. Come in Thanks for Vasellina  fino a Miracoli metropolitani , il dramma è corale, fa uso di voice over, è caratterizzato da un linguaggio tagliente e da battute politicamente scorrette, predilige il comico e non disdegna il parossismo, denuncia senza scrupoli i mali della nostra contemporaneità.

Ma questa volta c’è qualcosa che non quadra. Lo spettacolo che dura due ore e mezza (breve intervallo compreso) è obeso, carico di idee e di problematiche che mettono alla prova l’attenzione del pubblico. Alcune scene potevano essere espunte da un testo che procede per accumulo meccanico di fatti che non contribuiscono più di tanto a sviluppare personaggi a tutto tondo. Per lo più si assiste a leggeri segni si guarigione in alcuni, ma i personaggi sono condannati a rimanere caricaturali.



Il povero Patrizio, trascurato da Omar che è tutto preso dai suoi affari, chiede a Jasmine di fargli vincere la gara lanciata dalla pop star ai suoi compagni e che consiste nel disegnare nel modo più realistico possibile  una vagina. Jasmine gli concede un disegno dal vero e Patrizio risulta il migliore, per la prima volta in vita sua.  Ci voleva tutta questa messinscena  per spingere Patrizio a confessare il suo senso di inferiorità nei confronti di Omar?  Bastava un semplice consiglio. Certo, la gara è comica, ma allunga troppo i tempi e rallenta il ritmo dell’azione scenica.

Le gag si rincorrono una dietro l’altra, ma alcune risultano un po’ televisive. Altre, più vicine allo spirito del vaudeville fanno sganasciare dalle risate. Peccato che molte parti dello spettacolo non riescano ad amalgamarsi in modo organico. Ricorrono monologhi a sé stanti e scivoloni sentimentaloidi che stridono con le scene comiche o grottesche.

Nella seconda parte dello spettacolo, una serie di eventi conduce alla distruzione atomica della Terra. Nella stazione satellitare sono rimasti Jasmine e Nat. Dal bonsai pendono piccole mele. William ha consegnato al maggiordomo una contenitore di DNA. Ce la faranno i novelli Adamo ed Eva a salvare il mondo ?

Lo spettacolo pone molti interrogativi, ma non riesce a coinvolgere fino in fondo lo spettatore attento. Eppure le tematiche ci riguardano tutte molto da vicino. E’ un vero peccato, anche perché gli attori ce la mettono tutta per dare il meglio di se stessi. Tutti i componenti di Carrozzeria Orfeo hanno talento da vendere eci si augura che il loro prossimo spettacolo sia nuovamente di grande pregio.

 

Scheda tecnica

Salveremo il mondo prima dell’alba, drammaturgia di Gabriele Di Luca.

Con  Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati.

Regia: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi. Assistente alla regia: Matteo Berardinelli. Consulenza filosofica: Andrea Colamedici-TLON. Scene e luci: Lucio Diana. Musiche originali: Massimiliano Setti. Costumi: Stefania Cempini. Foto di scena di Manuela Giusto.

Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli- Teatro Bellini.

Visto al Teatro Vascello di Roma il 15 marzo 2024.

 

 

 

 

 

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